storia di vbac

VBAC DOPO DUE ANNI E MEZZO DAL CESAREO, VI RACCONTO IL MIO PARTO

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Il toccante racconto di Marta che dopo un taglio cesareo ha voluto provare il Vbac, il parto naturale. Lei è la dimostrazione che si può fare, anche quando sono in tanti a dirti: “Signora, il naturale dopo il cesareo? Mai e poi mai!”

Anna, la mia prima bimba viene al mondo ad ottobre 2011, alla 37esima settimana, con taglio cesareo per placenta previa centrale, riscontrata all’ecografia di accrescimento.

"Cesarean Section" by arztsamui

“Cesarean Section” by arztsamui

Parto tranquillo da manuale, e dopo 4 giorni siamo a casa. Ho vissuto questa esperienza benissimo, senza nessun senso di colpa, né risentimenti tant’è che dopo una settimana ero già a passeggio con la cucciola! A giugno 2013 scopro di essere di nuovo in attesa e fin da subito inizio ad informarmi sul Vbac (vaginal birth after cesarean = parto vaginale dopo il cesareo): leggendo su internet, sui giornali, ma soprattutto parlando con la mia ostetrica – la stessa della prima gravidanza. “Essendo passati due anni e se va tutto bene, bisogna almeno tentare!” sono le sue parole incoraggianti.  

"Hands Embracing A Pregnant Woman Belly With Her Hands Holding A" by David Castillo Dominici

“Hands Embracing A Pregnant Woman Belly With Her Hands Holding A” by David Castillo Dominici

E io mi ci sono ritrovo in pieno: voglio provarci! Qui all’ospedale di Bergamo sono pro Vbac e la cosa mi ha incentivata ancora di più.  A settembre inizio un fantastico corso di yoga prenatale, che mi aiuta a gestire l’agitazione per questa nuova vita e la stanchezza nel dover gestire la prima bimba. Mi insegnano come respirare ed è anche un modo per dedicare un po’ di tempo a me stessa. In effetti più la gravidanza avanza e più io mi sento bene e pronta ad affrontare il parto!

Passano i mesi ed eccoci alla 38esima settimana.

Ultima visita, tremo al pensiero che mi dicano che qualcosa non va…e invece è tutto a posto. Via libera al naturale, anche se per precauzione devo fissare la data di un eventuale cesareo, perché non potendo indurmi il parto, non posso andare oltre la 41 settimana. Quindi se Adele non arriva da sola, il 27 marzo la faranno nascere. Non ci voglio nemmeno pensare! Passano i giorni e arriva la mia data presunta del parto, il 20 marzo, e non succede niente. “Dai Adeleeee non vogliamo un altro cesareo!”. Il giorno dopo il 21, ho il primo monitoraggio, calma piatta e tutto a posto.

Il giorno dopo ancora vado in ospedale dalla mia ostetrica, che mi fa lo scollamento delle membrane e mi dice che il collo dell’utero è morbido e che di lì a 48 ore potremmo esserci (in più lei è di turno proprio lunedì). Così inizio a dire ad Adele che lunedì sarebbe perfetto!

"Hands Embracing A Pregnant Woman Belly With Her Hands Holding A" by David Castillo Dominici

“Hands Embracing A Pregnant Woman Belly With Her Hands Holding A” by David Castillo Dominici

Il sabato passa senza altre emozioni: pizza e coccole con marito e figlia. Domenica mattina mi sveglio e sento come una bolla d’acqua e mi bagno un po’ ma senza nessun dolorino. Decidiamo comunque di andare al pronto soccorso per sicurezza. Arrivati in ospedale mi fanno un monitoraggio e visita, tutto a posto e chiuso; mi spiegano che era solo una perdita di fluido in eccesso ma non di liquido amniotico.

Mi rimandano a casa. Giornata serena e nessun sintomo…uffa!

Prima di andare a letto, la sera bacio forte forte mia figlia, perché sento che qualcosa sta per succedere e ho paura di non avere il tempo di farlo! In effetti la notte verso le 2 sento qualche fitta, ma niente di importante…continuo a dormire ma intorno alle 5 e 50 sento una contrazione (e io che pensavo di non riconoscerle!!!), non mi scompongo, inizio a controllare l’ora e in effetti ogni 15 minuti esatti ho una contrazione. Alchè sveglio mio marito e gli dico: ” Ci siamo, chiama il lavoro e dì che non vai“. Alle 7 si sveglia mia figlia che stranamente non vuole venire nel lettone con me ma vuole fare colazione con il papà. Intanto continuo a sentire le contrazioni che si fanno sempre più forti fino a quando, alle 7 e 30, sento proprio come un palloncino che scoppia e mi si rompono le acque.

Purtroppo noto subito che il liquido è scuro – Adele ha fatto la pupù! – quindi dobbiamo correre in ospedale, però prima ho il tempo di salutare mia figlia come si deve: mi abbraccia e noi usciamo lasciando lei e la nonna a casa.

E io ripeto ad Adele: ” Grazie…ora possiamo andare, facciamolo!”

"Hands Embracing A Pregnant Woman Belly With Her Hands Holding A" by David Castillo Dominici

“Hands Embracing A Pregnant Woman Belly With Her Hands Holding A” by David Castillo Dominici

La strada verso l’ospedale sembra infinita per via delle contrazioni che oramai sono ogni 3-5 minuti e sempre più forti. Arriviamo e subito mi attaccano il monitoraggio, il ginecologo di turno, nel farmi la visita, finisce di rompermi le acque definitivamente: sono le 9.15 dilatazione il soli due centimetri, chiedo l’epidurale ma mi dicono che bisogna aspettare la visita successiva per vedere se mi dilato ancora di qualche centimetro. Intanto le contrazioni si fanno sempre più forti e sempre più vicine: una ogni 2 minuti!

Mi chiedono come mi sento, io non riesco a parlare dal dolore. Cerco di respirare come ho imparato a yoga, e in effetti riesco ogni tanto a controllare il dolore e trovare un attimo di relax; negli altri momenti il braccio di mio marito ha la peggio…e anche i miei occhiali, lanciati oltre il lettino.

Insomma ma se queste sono quelle iniziali io come ci arrivo a 10 cm??? Questo è quello che mi chiedo fino a quando alle 11 arriva l’ostetrica che mi dice:” andiamo a fare la visita e vediamo se sei dilatata per l’epidurale”. Mi alzo e provo ad avviarmi verso la stanza per la visita, dopo 2 passi sento la testa che spinge.

L’ostetrica mi dice: “si accovacci pure io l’aspetto”

Ed io: “Ma io devo spingereeeee!!!”

E mi lascio andare. Mi portano di corsa in sala parto, il ginecologo controlla e sorpresa: dilatazione completa, si spinge! Cooooosa? Ecco spiegati i dolori lancinanti. Insomma inizio a spingere, la prima spinta la faccio di gola e non serve a niente…la seconda va a buon fine e con la terza: ecco Adele!

storia di vbac

Lunedì 24 marzo, ore 11.33 nasce una polpettona di 4.010 kg x 53 cm! E io non ho capito molto di cosa sia successo perché è accaduto tutto in frettissima, sono sbalordita e tra le lacrime me la mettono sul petto e io continuo a dire: “Ce l’ho fatta, ce l’ho fatta, ce l’ho fatta !!!“ Mio marito mi accarezza e mi dice che sono stata brava, purtroppo però, dato che Adele ha bevuto il liquido, me la portano via per farle tutti i controlli di routine, e dopo un tempo, che a me pare infinito (forse perché nel frattempo mi cuciono), me la riportano e possiamo finalmente stare tutti e tre insieme.

Adele si attacca subito al seno e io mi perdo nei suoi occhi che mi guardano e finalmente ci salutiamo fuori dalla pancia. È stata un’emozione unica! Io sono la prova che nonostante un cesareo, si può partorire in tutta tranquillità, non credete a chi dice che fatto un cesareo una volta lo deve fare sempre. Informatevi bene, è un’esperienza unica e irripetibile! E io ce l’ho fatta!

 

Marta Santinelli, una mammarisparmio come te!


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3 thoughts on “VBAC DOPO DUE ANNI E MEZZO DAL CESAREO, VI RACCONTO IL MIO PARTO”

  1. Si può partorire anche dopo il cesareo, anche dopo 2 cesarei, bisogna essere consapevoli dei rischi come una maggiore probabilità di rottura dell’utero per cui il bambino non esce da dove dovrebbe e la mamma rischia delle emorragie molto forti. Si rischia la morte di entrambi soprattutto se non si é in tempo in ospedale e con una sala operatoria disponibile. Per questo i medici, che sono quelli che metti nelle condizioni di doverti salvare la pelle in extremis, non lo consigliano, ma non possono obbligarti se non vuoi.
    Rischiare la propria vita può essere una scelta personale, ma per quella del bambino ?
    Io ho scelto ancora il cesareo per non metterlo a rischio, ma ripeto, é una decisione molto personale ma é importante che le scelte siano pienamente informate e consapevoli.

  2. Ciao Marta ho provato ad inviarti messaggio su fb. Sono anche io di Bergamo e avendo letto il tuo racconto volevo chiederti alcune cose. Anche io ho fatto il cesario con il mio primo bambino (d’urgenza in fase di travaglio per sofferenza del mio piccolino) per ora non ho intenzioni di avere altri figli ma, visto che non si sa mai nella vita, vorrei comunque informarmi sulla fattibilità di un parto naturale dopo cesario che, a quanto pare, E’ POSSIBILE. Non so come poterti contattare quindi ho provato tramite facebook, spero che il mio messaggio ti sia arrivato.
    Un caro saluto

  3. Per correttezza di informazione, in risposta al primo commento che purtroppo fa affermazioni non supportate da alcun dato scientifico: il parto naturale dopo cesareo non solo è possibile ma è anche molto più sicuro di un cesareo ripetuto, che è un intervento chirurgico e come tale dovrebbe essere solo salva-vita, comportando rischi per la mamma e per il bimbo di gran lunga superiori a un semplice travaglio. La rottura uterina è un evento molto raro, che può capitare anche alla prima gravidanza, la cui incidenza è minimale (0,2% circa) rispetto ad altre evenienze che possono capitare in OGNI parto, precesarizzate o no (distocia, distacco di plancenta, prolasso del cordone, tutte superiori all’1-1,5%), sulle quali però, stranamente, non si insiste. Spesso i ginecologi non sottolineano i rischi e i danni di un cesareo, né noi donne leggiamo realmente quel consenso informato che firmiamo alle soglie della sala operatoria, mentre puntano l’indice sulla “rottura d’utero”, cioè su un evento molto ma molto più raro. Basta pensare alla facilità con cui indirizzano all’amniocentesi, che pure ha uno 0,50-1% di percentuale di morte fetale, e poi invece “vietano” il naturale dopo cesareo per un’eventualità assai più improbabile (fonti: Oms, organizzazione mondiale della sanità, Ministero della Salute italiano, Istituto superiore della Sanità, Siog, società italiana ostetricia e ginecologia, Innecesareo, associazione per la prevenzione dei cesarei non necessari).

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