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LA RICERCA DELLA FELICITA’ DI UN NEOPAPA’ NEL BRASILE DEI MONDIALI

“La ricerca della felicità” di un neopapà alla volta del Brasile, dove proverà a realizzare il proprio sogno. Un viaggio preparato da anni ma che deve fare i conti con un piccolo “imprevisto”: un figlio di pochi mesi e che adesso gli mancherà un casino. Intanto ve lo presento…

Cosa unisce un giornalista sportivo in crisi e un regista indipendente che vuole vedere dove non si vede? In teoria è come mettere insieme una fragola con una pesca, entrambe sono dolci, entrambe si trovano quando inizia il caldo, entrambe sono facilmente reperibili, ma, a parte questo, sono frutti totalmente diversi. Ecco, i due soggetti in questione hanno in comune il nome, un viaggio, un sogno e la spesa per realizzarlo. Fanno tutto “alla romana”, sperando di dividere anche alla fine. Viaggeranno insieme, con una telecamera, un microfono e con sei occhi, quattro il giornalista, due il regista, per immortalare un’avventura che definire folle è eufemistico. Immergersi in uno dei paesi più grandi del mondo, senza bombole di ossigeno, buttarsi da uno scoglio mondiale, senza sapere cosa c’è sotto. Voleranno tanto, in tutti i sensi, vedranno foreste e mare, pace e caos, natura e tecnologia, sorrisi e pianti. Vedranno il Brasile, in tutte le sue mille contraddizioni, per il Mondiale dei Mondiali. Partiranno con un coppa vuota. Proveranno a riempirla in ogni modo. Io vi racconterò la loro avventura, sperando che la loro marcia sia accompagnata anche da voi.

mondiali di calcio brasile neopapà

Spinge di più una motivazione per o contro qualcuno? Conosco persone che affermano che le cose più belle sono quelle fatte per sé e non contro qualcuno, io invece credo che, a volte, fare qualcosa per sé stessi dia un gusto, ma sapere che si sta andando anche contro qualcuno, ne dia un altro. Non migliore, non peggiore, semplicemente un altro. Io non so se il giornalista e il regista stiano facendo tutto questo per loro o contro qualcuno, di certo so che la molla che li ha spinti a fare questa follia – perché è difficile trovare un vocabolo diverso – non può essere solo per, ma per forza anche contro. Un nemico astratto o uno reale? Beh, magari un mix di entrambi. Voglio però essere positiva, poi chi vorrà approfondire le reali motivazioni dei due, potrà farlo contattandoli personalmente. Io avrò il compito di raccontarne avventure e disavventure.

Intanto vi ripropongo questo bellissimo stralcio del film “La ricerca della felicità”. Anche qui un papà, un figlio, un sogno da inseguire per regalare al proprio bambino un futuro migliore.

“Non permettere mai a nessuno di dirti che non sai fare qualcosa. Se vuoi qualcosa, vai e inseguila!”

VBAC DOPO DUE ANNI E MEZZO DAL CESAREO, VI RACCONTO IL MIO PARTO

Il toccante racconto di Marta che dopo un taglio cesareo ha voluto provare il Vbac, il parto naturale. Lei è la dimostrazione che si può fare, anche quando sono in tanti a dirti: “Signora, il naturale dopo il cesareo? Mai e poi mai!”

Anna, la mia prima bimba viene al mondo ad ottobre 2011, alla 37esima settimana, con taglio cesareo per placenta previa centrale, riscontrata all’ecografia di accrescimento.

"Cesarean Section" by arztsamui

“Cesarean Section” by arztsamui

Parto tranquillo da manuale, e dopo 4 giorni siamo a casa. Ho vissuto questa esperienza benissimo, senza nessun senso di colpa, né risentimenti tant’è che dopo una settimana ero già a passeggio con la cucciola! A giugno 2013 scopro di essere di nuovo in attesa e fin da subito inizio ad informarmi sul Vbac (vaginal birth after cesarean = parto vaginale dopo il cesareo): leggendo su internet, sui giornali, ma soprattutto parlando con la mia ostetrica – la stessa della prima gravidanza. “Essendo passati due anni e se va tutto bene, bisogna almeno tentare!” sono le sue parole incoraggianti.  

"Hands Embracing A Pregnant Woman Belly With Her Hands Holding A" by David Castillo Dominici

“Hands Embracing A Pregnant Woman Belly With Her Hands Holding A” by David Castillo Dominici

E io mi ci sono ritrovo in pieno: voglio provarci! Qui all’ospedale di Bergamo sono pro Vbac e la cosa mi ha incentivata ancora di più.  A settembre inizio un fantastico corso di yoga prenatale, che mi aiuta a gestire l’agitazione per questa nuova vita e la stanchezza nel dover gestire la prima bimba. Mi insegnano come respirare ed è anche un modo per dedicare un po’ di tempo a me stessa. In effetti più la gravidanza avanza e più io mi sento bene e pronta ad affrontare il parto!

Passano i mesi ed eccoci alla 38esima settimana.

Ultima visita, tremo al pensiero che mi dicano che qualcosa non va…e invece è tutto a posto. Via libera al naturale, anche se per precauzione devo fissare la data di un eventuale cesareo, perché non potendo indurmi il parto, non posso andare oltre la 41 settimana. Quindi se Adele non arriva da sola, il 27 marzo la faranno nascere. Non ci voglio nemmeno pensare! Passano i giorni e arriva la mia data presunta del parto, il 20 marzo, e non succede niente. “Dai Adeleeee non vogliamo un altro cesareo!”. Il giorno dopo il 21, ho il primo monitoraggio, calma piatta e tutto a posto.

Il giorno dopo ancora vado in ospedale dalla mia ostetrica, che mi fa lo scollamento delle membrane e mi dice che il collo dell’utero è morbido e che di lì a 48 ore potremmo esserci (in più lei è di turno proprio lunedì). Così inizio a dire ad Adele che lunedì sarebbe perfetto!

"Hands Embracing A Pregnant Woman Belly With Her Hands Holding A" by David Castillo Dominici

“Hands Embracing A Pregnant Woman Belly With Her Hands Holding A” by David Castillo Dominici

Il sabato passa senza altre emozioni: pizza e coccole con marito e figlia. Domenica mattina mi sveglio e sento come una bolla d’acqua e mi bagno un po’ ma senza nessun dolorino. Decidiamo comunque di andare al pronto soccorso per sicurezza. Arrivati in ospedale mi fanno un monitoraggio e visita, tutto a posto e chiuso; mi spiegano che era solo una perdita di fluido in eccesso ma non di liquido amniotico.

Mi rimandano a casa. Giornata serena e nessun sintomo…uffa!

Prima di andare a letto, la sera bacio forte forte mia figlia, perché sento che qualcosa sta per succedere e ho paura di non avere il tempo di farlo! In effetti la notte verso le 2 sento qualche fitta, ma niente di importante…continuo a dormire ma intorno alle 5 e 50 sento una contrazione (e io che pensavo di non riconoscerle!!!), non mi scompongo, inizio a controllare l’ora e in effetti ogni 15 minuti esatti ho una contrazione. Alchè sveglio mio marito e gli dico: ” Ci siamo, chiama il lavoro e dì che non vai“. Alle 7 si sveglia mia figlia che stranamente non vuole venire nel lettone con me ma vuole fare colazione con il papà. Intanto continuo a sentire le contrazioni che si fanno sempre più forti fino a quando, alle 7 e 30, sento proprio come un palloncino che scoppia e mi si rompono le acque.

Purtroppo noto subito che il liquido è scuro – Adele ha fatto la pupù! – quindi dobbiamo correre in ospedale, però prima ho il tempo di salutare mia figlia come si deve: mi abbraccia e noi usciamo lasciando lei e la nonna a casa.

E io ripeto ad Adele: ” Grazie…ora possiamo andare, facciamolo!”

"Hands Embracing A Pregnant Woman Belly With Her Hands Holding A" by David Castillo Dominici

“Hands Embracing A Pregnant Woman Belly With Her Hands Holding A” by David Castillo Dominici

La strada verso l’ospedale sembra infinita per via delle contrazioni che oramai sono ogni 3-5 minuti e sempre più forti. Arriviamo e subito mi attaccano il monitoraggio, il ginecologo di turno, nel farmi la visita, finisce di rompermi le acque definitivamente: sono le 9.15 dilatazione il soli due centimetri, chiedo l’epidurale ma mi dicono che bisogna aspettare la visita successiva per vedere se mi dilato ancora di qualche centimetro. Intanto le contrazioni si fanno sempre più forti e sempre più vicine: una ogni 2 minuti!

Mi chiedono come mi sento, io non riesco a parlare dal dolore. Cerco di respirare come ho imparato a yoga, e in effetti riesco ogni tanto a controllare il dolore e trovare un attimo di relax; negli altri momenti il braccio di mio marito ha la peggio…e anche i miei occhiali, lanciati oltre il lettino.

Insomma ma se queste sono quelle iniziali io come ci arrivo a 10 cm??? Questo è quello che mi chiedo fino a quando alle 11 arriva l’ostetrica che mi dice:” andiamo a fare la visita e vediamo se sei dilatata per l’epidurale”. Mi alzo e provo ad avviarmi verso la stanza per la visita, dopo 2 passi sento la testa che spinge.

L’ostetrica mi dice: “si accovacci pure io l’aspetto”

Ed io: “Ma io devo spingereeeee!!!”

E mi lascio andare. Mi portano di corsa in sala parto, il ginecologo controlla e sorpresa: dilatazione completa, si spinge! Cooooosa? Ecco spiegati i dolori lancinanti. Insomma inizio a spingere, la prima spinta la faccio di gola e non serve a niente…la seconda va a buon fine e con la terza: ecco Adele!

storia di vbac

Lunedì 24 marzo, ore 11.33 nasce una polpettona di 4.010 kg x 53 cm! E io non ho capito molto di cosa sia successo perché è accaduto tutto in frettissima, sono sbalordita e tra le lacrime me la mettono sul petto e io continuo a dire: “Ce l’ho fatta, ce l’ho fatta, ce l’ho fatta !!!“ Mio marito mi accarezza e mi dice che sono stata brava, purtroppo però, dato che Adele ha bevuto il liquido, me la portano via per farle tutti i controlli di routine, e dopo un tempo, che a me pare infinito (forse perché nel frattempo mi cuciono), me la riportano e possiamo finalmente stare tutti e tre insieme.

Adele si attacca subito al seno e io mi perdo nei suoi occhi che mi guardano e finalmente ci salutiamo fuori dalla pancia. È stata un’emozione unica! Io sono la prova che nonostante un cesareo, si può partorire in tutta tranquillità, non credete a chi dice che fatto un cesareo una volta lo deve fare sempre. Informatevi bene, è un’esperienza unica e irripetibile! E io ce l’ho fatta!

 

Marta Santinelli, una mammarisparmio come te!

UN PICCOLO PRESTITO PER REALIZZARE UN GRANDE SOGNO, CI STIAMO PENSANDO…

Dopo anni di stallo, è tornata a crescere la domanda di mutui. I prezzi delle case sono scesi e le banche hanno finalmente riaperto le cassaforti. Per noi un piccolo prestito potrebbe essere la soluzione per comperare l’auto nuova. Solo dopo aver confrontato tutte le offerte in circolazione, comodamente online

 

E’ un momento strano questo. Uno di quelli che non sai bene che fare: se buttarti oppure procedere cauta. I dialoghi con Papàrisparmio a volte mi fanno sorridere, altre tenerezza. Per esempio quando passiamo davanti a un bel palazzo del centro di Milano e ci diciamo:  “Poi, un giorno quando vivremo in questa casa…” oppure “Quando la bimba andrà alla scuola americana…”. O  quando da Nonnorisparmio sfogliamo la rivista “Al Volante” e io gli chiedo: “Ti piace più questo modello o quest’altro?”. Questi, noi, li chiamiamo i discorsi immaginari, deliranti, del “vorrei ma non posso”, grazie ai quali sogniamo almeno un po’ (una delle poche cose ancora gratuite!). Discorsi, che dopo esserci guardati in faccia di solito sfociano sempre in una bella risata, (e anche ridere, grazie al cielo, è sempre gratis!).

ID-100186492Scherzi a parte, non ci manca nulla eh! Sia chiaro. Un tetto sulla testa c’è, al discount ormai si va di rado e nel frattempo è arrivato anche il posto fisso. Lo stipendio, ahinoi, però è ancora troppo basso per poterci permettere delle spese extra. Per cui aspettiamo, tempi migliori.

Per esempio, a noi piacerebbe un sacco cambiare l’auto. Quella che abbiamo è un Audi A2 del 2001 che si spegne una decina di volte a corsa senza una ragione (cioè ci sarà, ma la ignoro…) e conta tanti altri difettucci. Da quando è in circolazione, abbiamo messo gli occhi sulla nuova 500L – bellissima! – e pensate che lo scorso anno siamo persino andati a vederla in concessionaria. Siamo o non siamo ridicoli? Solo per rifarci gli occhi e toccarla con mano. Ma anche questo è gratuito! 

All’epoca avevamo pensato di fare ricorso al Fondo Nasco (5000 euro a condizioni superagevolate, ora però bloccato ai nastri di partenza, in attesa del decreto attuativo). Adesso che però non abbiamo più diritto al Fondo – la piccola nel frattempo è cresciuta! – stavamo quasi quasi pensando di chiedere un prestito. Ho scoperto poi che con alcune banche è possibile anche stipulare una polizza assicurativa nel caso non si riesca a pagare tutte le rate per tempo (nel caso per esempio si perda il posto di lavoro!).

ID-10043404Altra cosa che ho imparato sui prestiti personali è che gli extracomunitari hanno spese di gestione e di pratiche di istruttoria assai ridotte. E visto che Papàrisparmio è colombiano potrebbe essere un vantaggio per noi, anche perché fino ad ora abbiamo solo dovuto cacciare dei gran soldi per questo aspetto (spese per il visto, per la Carta di Soggiorno, per il certificato di Idoneità alloggiativa, per il riconoscimento del titolo di laurea…mi fermo qui, ma potrei continuare a oltranza!). In ogni caso, prima di stipulare un mutuo o un finanziamento con qualsiasi banca fatevi un giro su internet e confrontate anche i prestiti online. Potreste risparmiare un sacco di soldi.

Anche perché l’offerta di prodotti finanziari ormai è variegata e alcuni di questi sembrano cuciti addosso alla persona; per cui non fermatevi mai alle prime proposte che vi fanno negli istituti bancari ma valutate pregi e difetti, che possono tradursi in un risparmio di diverse migliaia di euro. Affidatevi però sempre e solo ad aziende serie e nomi conosciuti e fate una ricerca su internet per valutare anche le esperienze di chi è stato cliente prima di voi.

DOVE RIUTILIZZARE LE PILE PRIMA DI BUTTARLE #SECONDLIFE

Il telecomando, la lucina antipanico o lo spazzolino elettrico, sono solo alcuni esempi dove poter riutilizzare le pile che crediamo scariche. E che secondo un recente studio Duracell poi finiscono nell’indifferenziata. Queste pile invece potrebbreo avere una seconda vita, una #SecondLife per l’appunto!

Da poco ho scoperto che in Italia vengono commercializzate qualcosa come 450 milioni di pile l’anno, circa 8 per italiano (anche se in casa mia ce ne saranno almeno 28 di differenti marche e modelli…). La cosa che però mi ha colpito di questo studio è che solo il 25% di queste viene raccolta in maniera corretta ovvero negli appositi raccoglitori. Ma non è finita! Un terzo di queste viene buttato via con ancora il 41% di ricarica utile a far funzionare oggetti di uso quotidiano a basso consumo energetico come per esempio il telecomando o una sveglia.

Ma le sorprese non sono ancora finite…sì, perchè stando a una ricerca commissionata da Duracell, l’84% degli italiani dichiara di smaltire le pile in modo appropriato (ovvero negli appositi contenitori vicino alle farmacie o nei supermercati). Dati che stridono con la realtà e che dimostrano invece come la nostra mente sia capace a volte ci sopravvaluti.

Tutte queste nozioni interessantissime che mi hanno lasciato un po’ l’amaro in bocca le ho apprese nel corso di un evento organizzato da Duracell Italia qui a Milano che ha coinvolto, oltre alle mamme blogger, anche tanti bambini.

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Questo perchè è proprio su di loro che bisogna puntare se vogliamo che le cose cambino e che quelle pile non smaltite correttamente abbiano una seconda vita, una #secondlife per l’appunto! Così, attraverso attività ludiche le animatrici hanno insegnato ai bambini presenti come e dove poter riutilizzare le pile un po’ scariche: per lo spazzolino da denti oppure per la lucina da letto scaccia-mostri.

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Si sono divertiti davvero tanto, anche perchè il posto era incantevole. Peccato che Babyrisparmio sia ancora troppo piccola per questo genere di attività! Non vedo l’ora che cresca per poter fare tanti lavoretti di questo tipo assieme a lei.

Una pila che finisce nel cestino dell’umido è un oggetto ad altissimo impatto ambientale, anche perchè – come dicevo – molte di queste al proprio interno hanno ancora una parte di carica attiva.

Noi in casa abbiamo un sacchetto con le pile scariche (o che forse crediamo tali). Non avendo il tester per valutare se vi sia ancora della carica (anche se le Duracell ce l’hanno incorporato) facciamo sempre prima “la prova telecomando”: se funziona, vuol dire che quella pila finirà nel sacchetto pile mezze cariche, se non funziona nel sacchetto pile esauste.

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Del resto in una casa con un bambino piccolo, le pile sono importanti come il pane, visto che tanti giochi funzionano a pile. Per questa ragione abbiamo anche acquistato delle pile ricaricabili che però hanno un grosso limite per noi: ricordarsi di ricaricarle. Per cui è indispensabile per noi avere a disposizione anche una buona scorta di “usa e getta”, perchè chi glielo dice poi a Babyrisparmio che per usare il suo tappeto di Peppa Pig, deve aspettare almeno un’ora?

Io proprio no…

MICRO DERMOABRASIONE E MASCHERA DI BELLEZZA, ECCO I RISULTATI!

Trattamenti per la pelle che dovrebbero darvi una pelle più liscia e tonica. In effetti è così, ma come per tutte le cose serve essere costanti. E su quell’oro, avrei qualcosa da dire…

Ultimamente mi vedo un cesso, ma di quelli brutti brutti! Tipo questo della foto sotto, “provato” su un’isola del lago Titikaka, lato Perù, poco prima di prendermi la salmonella.

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Le macchie che vedete è dove la ceramica si è scrostata, a scanso di equivoci…

La verità è che sto invecchiando e che il prossimo settembre spegnerò ben 36 candeline. Insomma, la pelle non è più quella di una volta e io, dal canto mio, non mi sono mai presa cura di me stessa più di tanto, soprattutto del mio viso: non ho mai messo la crema idratante in modo continuativo, da giovanissima ho ignorato l’importanza delle creme solari e spesso è capitato – dopo le nottate brave – che andassi dritta a letto senza struccarmi. Aggiungeteci pure il fatto che sono due anni che non dormo più di 4 ore di fila, senza che “qualcuno” mi svegli…oggi il risultato, capirete bene, è molto simile al suddetto cesso! 🙂

Così, visto che mi è stata data la possibilità di scegliere tra alcuni servizi di Poinx, un sito di gruppi d’acquisto che offre prodotti e servizi con forti sconti, la mia attenzione è stata attirata da questa offerta: maschera all’oro, accompagnata da una microdermoabrasione.

I trattamenti con punturine, acidi vari sul viso mi hanno sempre fatto un po’ impressione, memore del fatto che una mia amica – dopo essere uscita con il viso apparentemente ustionato – si era vista cadere letteralmente la faccia nei due/tre giorni  successivi al trattamento (tipo la muta del serpente…anche no, grazie!).

Gran risultati, per carità…ma non abbastanza per farmi cambiare idea. Per queste ragioni ho optato per una cosa soft: la microdermoabrasione.

Quando sono arrivata nel centro mi hanno fatta sdraiare su un lettino, dopo di che con un macchinario abbastanza ingombrante mi hanno “aspirato” la faccia. Mi spiego meglio: la signorina mi passava una sorta di penna senza punta in maniera piuttosto energica sul viso, così da togliere il primo (e forse anche il secondo) strato di cellule morte. La penna, infatti, oltre a “grattare”, aspirava contemporaneamente grazie a un getto d’aria piuttosto energico.

Dopo questa fase, durata forse un paio di minuti, la ragazza mi ha applicato questa maschera all’acido glicolico alla Hannibal Lecter, che ho tenuto in posa per un buon 20 minuti.

Se prima di entrare in questo centro estetico, mi sentivo un cesso, figuratevi ora…con questa maschera sul volto….

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E ora la terza fase: l’applicazione di una crema idratante con microparticelle d’oro, venduta al pubblico a soli 29 euro. Forse non hanno ben chiare le quotazioni dell’oro, visto che una volta uscita mi sono ritrovata il viso pieno di fastidiose “palline d’oro”. Un po’ come quando ti rimangono i residui di quei saponi scrub perchè ti sei risciacquata male. Per cui la sensazione era sì di una pelle più liscia, interrotta però da queste particelle di “oro bianco”. Io poi mi ero fatta un’idea completamente diversa, tipo questa, pur sapendo che lo stesso non sarei uscita mai così figa…

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Altra nota dolente, l’attesa (io sono di Milano): ho chiamato il 7 maggio per poter fissare un appuntamento, “ma dobbiamo andare dopo il 20, signora!”. Alla faccia della crisi!

In definitiva è un trattamento che per quei soldi non vi consiglio. Investiteli piuttosto in una crema antirughe e siate costanti nel metterla. Quanto a Poinx, non è la prima volta che lo uso e mi sono sempre trovata bene, anche perchè ti permette di visualizzare le offerte direttamente sulla mappa. Ottimo, perchè altra cosa che guardo è la vicinanza da casa dato che il tempo per una mamma è sempre troppo poco.

Abbiate solo cura di scegliere con attenzione le offerte. Io per esempio, se  non conosco un posto, visito il sito internet, guardo la zona e la vetrina con Google Street, perchè anche l’occhio vuole la sua parte! E diffido sempre delle offerte eccessivamente vantaggiose, meglio spendere qualcosa in più ma andare sul sicuro. Per questo dal parrucchiere, per esempio, non compero mai offerte sotto i 30 euro. Adesso ho appena acquistato una cena con fiorentina X2…almeno vado sul sicuro e me ne torno a casa con la pancia piena. Vuoi mettere la soddisfazione rispetto a una pelle più liscia? 😉

Del resto la vita è questione di priorità 🙂

Sotto la locandina del film “Non aprite quella porta” con una piccola variante personale…

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FAZZOLETTINI TEMPO, PER MAMME CHE NON HANNO MAI TEMPO

Ieri li usavo a scuola nella versione balsamica, oggi nella versione pelli sensibili per mia figlia e pocket per le micro tasche di mio marito. I fazzolettini Tempo sono davvero uno di quei marchi senza tempo ideali per famiglie sempre di corsa come la nostra

Ho tanti difetti. Sono disordinata, disorganizzata e pigra. Ma da quando sono mamma, ho cercato di contenere questi lati del mio carattere. Con scarsi risultati, perché è difficile cambiare a 30 anni! Il mio problema è sempre stato il “tempo”: troppo poco e sempre tutto di fretta. Così, spesso, qualcosa che avrei dovuto portare con me, rimane  sul tavolo, sul comodino, ecc.

Su una cosa però mi sono fatta furba: i fazzolettini di carta; quelli, a differenza del mio tempo, non mancano mai! E ironia della sorte, si chiamano proprio “Tempo”.

Beh, immagino li conoscerete tutti. Quando andavamo a scuola, nella versione balsamica, erano la nostra “droga” quando avevamo il raffreddore. Che ridere, a rimpensarci…ad annusare e riannusare di continuo quei fazzoletti durante la lezione. 

A proposito di giovani, da poco si è chiuso il concorso che Tempo ha indirizzato agli studenti dello Ied – l’Istituto Europeo di Desgin che ha sede a Milano. Ai ragazzi era stato chiesto di disegnare il packaging di un’edizione limitata dei fazzolettini.

A breve, il progetto più votato sulla pagina facebook di Tempo  verrà messo in produzione, inoltre Nicoletta Santini – questo il nome della vincitrice – si è aggiudicata anche un viaggio premio a New York per due persone. Che bella esperienza per una ragazza ancora agli esordi! Ma anche chi ha votato non è rimasto a bocca asciutta: Marta Calabrò, Matilde Fornari, Flaviana Boni, Chiara Ambrosi, Simona Gatto sono le fortunate vincitrici di 5 pacchetti Total Wellness Terme e Relax .

Il progetto vincente!

                                                                                              Il progetto vincente!

Oggi, i fazzolettini Tempo  li uso anche con mia figlia: sono morbidi e multivelo, dettaglio non da poco visto che Babyrisparmio quando starnutisce, fa certe candele…che a volte stento a credere siano uscite da un nasino tanto piccino!

Lo starnuto è sempre in agguato: in cucina, in salotto e naturalmente in macchina, di solito quando sono in tangenziale e viaggio spedita, senza poterti fermare. E’ qui che do il meglio di me: prima di mettermi alla guida, apro già un fazzolettino così che sia pronto. Poi, al momento del bisogno, con una contorsione degna di una massagiatrice thai, mi piego lestamente all’indietro verso il suo nasino e “agguanto” la preda con il fazzolettino.

Ed eccoci, noi e i nostri nasi :-)

Ed eccoci, noi e i nostri nasi 🙂

La cosa buffa è la faccia di Babyrisparmio, che ormai ha capito che quando mamma non può intervenire subito, mi aspetta da brava senza toccare nulla e respirando con la bocca semichiusa.

Un capitolo a parte merita anche Papàrisparmio, perenemmente raffreddato. Come sapete è colombiano e vive in italia da circa tre anni, dunque ogni raffreddorre è suo. La stessa cosa accade a me quando vado in Colombia: Paese che vai, virus che trovi! Spero che prima o poi si abitui ai nostri ceppi di raffreddore, perché ha il vizietto di lasciare i fazzoletti in giro per tutta casa.

Ma almeno io li lascio nuovi…pronti all’uso, non u-sa-ti!