febbre a 38,5 tachipirina

BAMBINO CON LA FEBBRE: 13 COSE DA FARE E NON FARE ASSOLUTAMENTE IN PRESENZA DI FEBBRE

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In questo post risponderemo con l’aiuto del pediatra ai seguenti dubbi (e molti altri):

Meglio la Tachipirina o il Nurofen? Quando non dare mai quest’ultimo? Quando somministrarli, dopo 38 e mezzo di febbre o prima? Quando chiamare subito il pediatra in caso di febbre? I rimedi della nonna sono validi? Quale è davvero pericoloso? Con che tipo di dolore correre subito in ospedale?

 

Tiara ha cominciato da poco l’asilo nido. Non è stata una scelta facile perché, si sa, asilo = primi malanni. E infatti proprio in questi giorni che stiamo facendo l’inserimento, ha già il nasino che cola.

Amen.

In giro si sente dire che sia meglio che si ammalino da piccoli, “perchè tanto prima o poi le devono fare”.  E in effetti, la varicella fatta a 4 anni è una cosa, a 25 anni è ben altra!

Meglio però evitare che si ammalino prima dell’anno di vita.
Questa è una fase molto delicata, perchè il neonato non può assumere alcuni farmaci utili a debellare alcune malattie. Ovviamente non sono io a dirlo ma gli esperti. Adesso vi spiego subito meglio!

L’altro giorno sono andata a un evento davvero interessante dove si parlava di febbre e di dolore nei più piccoli, un’occasione per presentare alle mamme blogger la Casa Pediatrica del Fatebenefratelli di Milano (con il patrocinio di Regione Lombardia), e il contributo non condizionato di Reckitt Benckiser.

Durante questo incontro è stato davvero illuminante l’intervento del dottor Jacopo Pagani, pediatra e spesso e volentieri in turno al pronto soccorso del Sant’Andrea di Roma. Insomma, proprio l’uomo che fa al caso nostro e che di febbre e dolore nei bambini se ne intende.

dottor pagani roma

Il dottor Pagani mentre risponde ai dubbi di noi mamme su febbre e dolore

Ecco 13 cose che dovete assolutamente sapere in caso di febbre nel bambino: cosa fare ma soprattutto cosa non fare, in base all’età e al peso del vostro piccolo.

  • La febbre non è il male assoluto. E’ vero, noi mamme abbiamo un attacco d’ansia appena vediamo alzarsi le lineette del termometro e dichiariamo subito guerra alla febbre. Ma la febbre non è la malattia da sconfiggere, è solo un sintomo. La temperatura corporea si alza per proteggere l’organismo dato che i germi vivono male in un ambiente troppo caldo. La febbre è dunque un alleato e non un nemico sul quale accanirsi a tutti i costi.
  • Segui la regola dei tre giorni.  I medici usano questa regola, normalmente, per poter fare una diagnosi certa dopo la comparsa della febbre perchè spesso la febbre annuncia una malattia che si manifesterà dopo. Pensiamo alle malattie esantematiche che cominciano con la febbre e poi compaiono a distanza di giorni sulla pelle del bambino. Quindi prima di intervenire con dei farmaci – sempre che non ci sia uno stato di particolare malessere nel bambino – è possibile aspettare questo lasso di tempo per capire quale cura sia la migliore. E’ anche vero che nel giro di tre giorni, normalmente, la febbre scompare del tutto. Consultatevi sempre con il vostro pediatra di fiducia in ogni caso tenendo conto che, convenzionalmente, si riconosce uno stato febbrile dai  37 gradi e mezzo in poi.
  • Il punto più sicuro e corretto dove misurare la febbre è sempre e solo sotto l’ascella. No a misurazioni rettali, orali e nell’orecchio (quest’ultima tecnica va bene solo in ospedale dove ci sono termometri realmente sensibili che costano centinaia di euro e non come qulli che abbiamo a casa). Dentro l’organismo la temperatura è sempre più alta. per questo questi metodi sono meno precisi, troppo variabili. Anche con i neonati la misurazione ascellare della febbre è sempre la scelta migliore. “Certo non è facile, lo sappiamo, ma esiste sempre la tecnica del placcaggio – ha scherzato il pediatra – E se si sta cercando di misurare la febbre a un bambino che nel frattempo sta cercando di distruggere casa, corre avanti e indietro, probabilmente non c’è nemmeno bisogno di misurargliela”.

febbre a 38,5 tachipirina

  • Il bambino con la febbre può uscire di casa se la febbre è di quelle che non lo abbattono a letto e fuori la temperatura è calda. Se ci troviamo in montagna oppure fuori è inverno, allora è meglio evitare.

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  • I farmaci vanno somministrati al bisogno. Normalmente ci viene detto di dare la tachipirina una volta che la febbre supera i 38 e mezzo. La regola da seguire però è un’altra: osservare i vostri figli e capire il loro stato di malessere. Un bambino con 39 di febbre ma vispo e ancora vivace che guarda serenamente i cartoni non ha bisogno di assumere un farmaco; al contrario un bimbo con 38 può mostrarsi abbattuto, apatico e aver bisogno di un antiepiretico. Per dire…anche la febbre a 37 e mezzo in un bimbo che dorme tutto il giorno può essere pericolosa ed essere l’anticamera della meningite. Riassumendo: guardiamo come stanno i nostri bimbi e usiamo il buon senso. Se la febbre torna, dopo il farmaco, continuiamo a osservarli, a vedere come stanno e decidere di conseguenza se somministrare di nuovo la tachipirina o l’ibuprofene aspettando le ore necessarie tra una somministrazione e l’altra (!!!) così come trascritto nel foglietto illustrativo.
  • La differenza tra la tachipirina e l’ibuprofene (tipo il Nurofen, sicuramente il più conosciuto) è che quest’ultimo è anche un antiinfiammatorio e dunque combatte meglio il dolore. Se la febbre è conseguenza di un’otite, per esempio, è il caso di dare il secondo.  La tachiprina si può prendere anche a stomaco vuoto, l’ibuprofene va preso a stomaco pieno…che non vuol dire aver mangiato una cotoletta! Possono bastare anche 50 ml di yogurt. Per essere un FANS (ovvero uno di quei farmaci antiinfiammatori non steroidei – non cortisonici) non è gastrolesivo tant’è che l’AIFA, l’Agenzia italiana del Farmaco ne ha permesso la commercializzazioni anche tra i minori. La cosa importante è non dare mai l’ibuprofene in caso di varicella e sotto i 5,6 kg di peso. Mai!
  • Lo sciroppo e le gocce sono da preferire alle supposte perchè permettono di dare il dosaggio perfetto in base al peso. La supposta, invece, ha l’indubbio vantaggio di poter essere somministrata in caso di vomito ma se l’ampolla rettale è piena di feci, il rilascio del farmaco avverrà più lentamente.
  • Ci sono due casi in cui è necessario chiamare il medico immediatamente: se il neonato ha meno di 30 giorni (anche se bassa!) e se supera i 38 gradi fino a tre mesi. Oltre ai casi elencati nell’infografica qui sotto.
    febbre quando chiamare il dottore
  • I vecchi rimedi della nonna non vanno assolutamente bene perchè ingannano noi e l’organismo del piccolo. La febbre scende di mezzo grado per breve tempo per via di uno shock termico che facciamo subire al bambino. E’ un’illusione. E’ come fare la sauna e poi correre tra le nevi…ovvio che la temperatura scende ma, in breve tempo, è destinata a risalire. Le spugnature con l’alcol non sono solo da evitare ma sono proprio pericolose. In letteratura scientifica sono riportati diversi casi di bambini che sono finiti in coma etilico proprio perchè l’organismo dei più piccoli non è in grado di metabolizzare l’alcol e viene assorbito a livello epatico.

spugnature alcol contro la febbre

  • Il bambino con la febbre va coperto solo in un determinato momento. Una delle ragioni per cui i bambini hanno spesso la febbre alta è perchè vengono coperti troppo dai genitori. Quelli più piccoli poi fanno fatica a disperdere il calore perchè il loro organismo non è ancora perfezionato in tal senso e utilizza solo le aree periferiche come la testa, manine e piedini.  Il bambino va coperto solo nel momento in cui avverte i brividi di freddo, lo strumento che il nostro corpo utilizza per far salire la temperatura (il sudore, invece, per abbassarla). In quel frangente si può utilizzare una copertina, ma poi quando la febbre si è stabilizzata è importante non coprire troppo il bambino. Sempre in relazione alla stagione: se è estate, scoperto, se invece è inverno basta una copertina.
  • Il dolore andrebbe trattato più della febbre. Invece al dottor Pagani, in pronto soccorso, capita spesso di vedere bambini che arrivano molto doloranti perchè i genitori hanno paura che trattando il dolore, vada via anche per magia la patologia. “Invece, se un orecchio è infiammato, io continuo a vederlo – ha spiegato l’esperto – Solo che lo vedo meglio perchè il bambino non si dimena e non prova dolore. Mentre la febbre resta il male assoluto su cui intervenire subito, spesso il dolore viene trattato con più ritardo, facendo soffrire inutilmente il bambino”.

febbre neonato tachipirina

  • Il dolore è un campanello da allarme da non sottovalutare mai. Soprattutto il mal di testa e il mal di pancia. Ovvio non un banale mal di pancia che va e viene, del tipo crampi che può essere legato a dell’aria nella pancia oppure a una cattiva digestione bensì un dolore fisso che cresce nel tempo, un dolore che sveglia il bimbo nella notte mentre sta dormendo. Questo dolore infatti può essere il campanello di allarme di un’appendicite.
  • Le convulsioni febbrili e il fatidico numero 5. Di per sè, non sono pericolose ma bisogna fare attenzione quando termina la convulsione. Il numero di bambini che ne soffre è molto basso e le convulsioni non hanno conseguenze e nemmeno significano che il bambino sia  destinato a essere epilettico.   Quando bisogna preoccuparsi? Quando la convulsione dura più di 5 minuti e quando si presenta dopo i 5 anni. In questi casi – e anche dinanzi al primo episodio – è necessario andare al pronto soccorso. Quando compare la convulsione è importante controllare la durata della stessa perchè sarà la prima cosa che vi chiederà il medico. Durante la convulsione non fate nulla: non bloccate il bambino, non mettetegli le mani in bocca, non tirategli fuori la lingua. Finite le convulsioni, c’è la fase di rilassamento durante la quale è importante mettere il piccolo sul fianco, in posizione di sicurezza, poichè è in questa che la lingua potrebbe ostruire le vie aeree.

Se volete approfondire il discorso sulla febbre trovate tutte le linee guida nel sito della società italiana di pediatria (SIP) a questo link. 

 

 

 

 


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